E' da poco sbarcato nelle sale italiane un nuovo adattamento cinematografico di una fiaba, questa volta si tratta di Cenerentola.
Negli ultimi due anni sono stati fatti diversi esperimenti per trasporre in live action una fiaba, diciamocelo francamente sono stati tutti abbastanza deludenti, basta citare alcuni esempi: Biancaneve e il Cacciatore, Alice in Wonderland, Maleficent, La Bella e la Bestia.
Tutti con medesime caratteristiche: impronta da film fantasy in stile Narnia, uso massiccio e spesso invasivo di CGI, cast ammirato da una fascia d'età fra i 15 e i 18 anni, sceneggiatura blanda.
L'errore di fondo si costituiva sul mancanza ti trama del soggetto originale, che in una fiaba è secondario rispetto alla morale e al simbolismo ma in un film decisamente no, che veniva compensata da libere aggiunte alla storia tutte davvero banali che servivano, sempre e immancabilmente, per trattenere un 30 minuti in più gli spettatori sulle poltroncine senza offrire in cambio nulla in termini di intrattenimento, sviluppo del personaggio, della storia, del messaggio. Questo assunto è applicabile in diverse declinazioni a tutti i film sopra citati.
Quindi a questo Cenerentola mi sono avvicinato con tutto lo scetticismo del caso. Invece non è sciatto come i precedenti esperimenti, ci troviamo comunque di fronte a un prodotto assolutamente commerciale e come tale va valutato sul valore artistico dell'opera in sé meglio sorvolare, la regia è buona, Helena Bonham Carter si diverte nei panni della fata madrina e Cate Blanchett in veste di perfida matrigna è sempre meravigliosa.
La storia non è esclusivamente una trasposizione della fiaba ed è stata trasposta in una storia di riscatto sociale, almeno rendiamo onore a chi ha provato a fare uno sforzo per realizzare un prodotto accettabile.