Fast and Furious 7

Esatto il numero 7, nella Bibbia è un numero sacro, nel cinema se non si parla dei 7 samurai di Kurosawa è indice di un brand che è stato munto fino all'inverosimile.
Fast and Furious è sbarcato per la prima volta nelle sale nel lontano 2001 il primo capitolo era riuscito a coniugare una trama coinvolgente con ottime scene action, morale da ghetto focalizzata su onore e famiglia, e una recitazione sufficientemente buona il risultato fu un successo al botteghino strepitoso che spinse alla produzione di ben 6 sequel, in tutta onestà non tutti eccelsi.
Ancora una volta un prodotto tutto testosterone made in Vin Diesel e Jason Statham e auto truccate, un prodotto che si aggrappa agli ingredienti che avevo reso un successo di pubblico i primi due episodi della saga, se di saga si può parlare.
L'unico vero elemento di discontinuità e di originalità rispetto agli episodi precedenti deriva da un inevitabile riferimento alla morte di Paul Walker che porta una vena malinconica e sentimentale, genuina non costruita, nel plot narrativo.
E' risaputo che Diesel e Walker fossero grandi amici e la tragedia deve aver scosso molto tutto il cast e il settimo capitolo sembra davvero un film tributo all'amico scomparso.